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La promessa di Jerome Faure – Abel Montero

Di Lettrice Per Passione
10 min

«Danzo con il terrore.
La pace della morte è il mio dono.»

Clement Arnaud Turner

Chi è Jerome Faure?

Questa è la domanda che vi porrete durante tutta la lettura di questo libro.
Questo è stato un altro dei miei regali di compleanno, grazie sempre ad Elis con cui condivido praticamente quasi tutto ciò che riguarda la lettura ormai. Il libro è scritto da Abel Montero, che l’ha autoprodotto, ma meriterrebbe l’attenzione di qualche casa editrice.

Me lo sono divorato in un giorno. Questo perchè?
Perchè è di facile lettura? Sì, non è complesso.
Perchè ha un’ambientazione pazzesca? Anche, alla fine è ambientato in prima battuta in una Londra vittoriana (siamo nel 1872-73) e successivamente a Parigi (e non solo).

La trama non è così scontata come sembra, anche se ho trovato l’espediente fantasy un po’ troppo alla Stargate (ma non c’è niente di male in questo). Ora vi spiego.

Clement Turner, giovane rampollo di una famiglia importante di Londra, ha la passione per la pittura e l’arte, vorrebbe diventare lui stesso un artista, ma il padre non è d’accordo. La madre Amélie, soffre di crisi di nervi, e ha discusso con il marito, si è fatta valere – cosa che per una donna, in quell’epoca, era impensabile – per cui è costretta a lasciare la casa di Londra per andare a Parigi, la sua città natale. Insieme a lei va anche Clem.

Qui lui conosce Gustave Arosa, un vecchio amico di sua madre, che la aiuta in tutto e per tutto e che sta accanto a Clem per poterlo indirizzare sulla retta via. Se non che, un pomeriggio piovoso e autunnale, fa capolino nel cafè dove si trovano i due una certa Irmine Moreau, una sorta di benefattrice, che fa recapitare poi un biglietto a Clement: un invito in un luogo che si trova in Rue de Montmorency. Gustave gli dice di stare in guardia da Mademoiselle Moreau e inizialmente Clem lo fa. Purtroppo, torna a casa quella sera stessa, infreddolito e zuppo d’acqua e si trova a vegliare la madre, molto malata e in preda a crisi isteriche: una di queste la assale durante la notte e aggredisce proprio Clement, che fugge dalla casa, senza sapere dove andare.

L’unico indirizzo che gli viene in mente è proprio quello lasciatogli da Mademoiselle Moreau. Ci arriva, ma ammalandosi gravemente: oltre alla febbre, anche la polmonite lo assale e viene accudito da Irmine e da un giovane, Jerome Faure che dice di essere fratello di Irmine.

Clement resta qualche giorno, viene visitato da un paio di dottori, le sue condizioni migliorano pian piano, ma lui fa dei sogni strani, ha degli incubi ricorrenti in cui sogna una piramide enorme, in una città di smeraldo e una figura imponente, una sorta di divinità; stringe amicizia con Jerome. Tanto da legarsi a lui, non troppo sentimentalmente, ma Abel Montero lascia molto all’immaginazione.

Fatto sta che Jerome vuole far conoscere a Clement il suo mondo: lo porta presso un istituto di cura che è in piedi grazie a qualche benefattore, che gestisce insieme a Léonor Perez, una donna che sembra avere mille talenti per la guarigione e qualche medico che dedica il suo tempo libero per curare chi non può permettersi nulla.

Purtroppo, mentre è in convalescenza, la madre di Clement si getta da una finestra, in preda ad una crisi isterica, e muore. Il ragazzo si ritrova a chiudersi in se stesso, ad allontanare tutto e tutti, finchè non è Irmine Moreau a bussare alla sua porta. Diventa così la sua amante, ma lui si è completamente dimenticato di Jerome. Una sera Mademoiselle Moreau decide di dare una festa: qui Clement ritrova Jerome, ma è smunto e provato. Il giovane lo prende da parte e così Jerome confessa tutto a Clement, su come Irmine lo sfrutta e sulla vita che sta facendo. A quel punto scatta qualcosa dentro Clement: la paura domina il suo animo e contagia persino Irmine, che in preda al panico scappa da casa sua, in seguito alla minaccia di non tornare più a Parigi e di non fare più del male a Jerome.

La storia si evolve, le stagioni passano, Clement ospita Jerome nella sua casa, ma una mattina non lo trova: è sparito. Lui si dà da fare per trovarlo, si muove come un dannato per ritrovare l’amico che l’ha aiutato, proprio perchè sente che è in pericolo. Chiede l’aiuto di Léonor Perez e in questo modo scopre di far parte di qualcosa di più grande. Molto più grande di lui, dove i suoi incubi sono la causa di questo suo malessere e del suo retaggio.

Volete sapere di più? Dovete leggere il libro!

Vi basti sapere che è un autoconclusivo con queste note vittoriane, fantasy e un pizzico di romanticismo. Mi ha fatto molto piacere leggerlo e penso proprio che recupererò gli altri libri di Abel, perchè è davvero talentuoso!

Il finale è mozzafiato e vi lascerà davvero a bocca aperta!

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